Biografia

GIACOMO SINIBALDI RACCONTA GIACOMO SINIBALDI FOTOGRAFO

Sono nato a Pescara nel 1950 ed ho cominciato a fotografare all’età di 14 anni con una Kodak a soffietto del 1936 di mio padre. A 16 anni ho acquistato la prima macchina fotografica ‘personale’, una Ferrania LINCE 3, con il primo salario del lavoro di “sguattero” in un ristorante.
Laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Torino, dopo una vita da Dirigente Industriale presso aziende private, sono attualmente in pensione e mi dedico alle mie grandi passioni: la famiglia (figli e nipoti), la fotografia e l’arte in genere, la cucina.
La prima reflex l'ho acquistata usata nel 1986 da un collega; era una Yashica FX-3 completa di una buona serie di ottiche. Ho usato macchine Yashica per molto tempo prima di passare a Nikon, anche perché sono da sempre convinto che non è la tecnologia che fa la fotografia, quanto l’occhio ed il cuore.
Per anni mi sono dedicato alla diapositiva, sia in bianco e nero che a colori, con la convinzione di stabilire un filo diretto tra idea e risultato, senza interventi esterni sull’immagine, perché ritengo che il fotografo debba costruire l’immagine prima dello scatto e non dopo.
Per questo motivo non ho voluto mai sviluppare e stampare personalmente le mie foto.
Sono iscritto all'ATERNUM FOTOAMATORI ABRUZZESI dal 1994.
Nel 2007 ho ricevuto dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) l’Onorificenza di Benemerito della Fotografia Italiana (BFI) ed ho continuato a dedicare alla fotografia ed all'associazione il massimo impegno, principalmente con l’organizzazione di eventi e la divulgazione in generale, oltre che con la realizzazione di progetti fotografici personali.

A novembre 2014 sono stato nominato Delegato FIAF per la Provincia di Pescara.
Da aprile 2015 rivesto il ruolo di Coordinatore Artistico Regionale (CAR) per l’Abruzzo in relazione al progetto fotografico nazionale FIAF “TANTI PER TUTTI” (Viaggio nel Volontariato Nazionale).

Avendo svolto l’attività di manager per tanti anni, da sempre uso la macchina fotografica come la penna ed il block notes con i quali prendere appunti ed annotare le sensazioni da elaborare per ricostruire ambienti e realizzare racconti da condividere con altri.
La tecnologia ha sostituito la penna ed il block notes con il computer, così come la pellicola con il digitale. Io sono passato dalla “bella fotografia” alle pennellate ambientali attraverso bit graffiati sulla memoria.
L’esperienza professionale mi ha rafforzato la convinzione che musica, disegno tecnico e fotografia sono tre linguaggi universali: avere uno spartito, i disegni di un progetto meccanico o di un impianto elettrico, le foto relative agli argomenti da trasmettere consentono di stabilire relazioni con persone molto differenti per lingua, cultura, tradizioni.
La fotografia come linguaggio universale, al pari della musica, della pittura e delle arti grafiche in generale. Linguaggio di alto livello che bisogna sviluppare e far conoscere.
Forse per questo sono alla continua ricerca di nuove modalità descrittive attraverso l’immagine, di nuovi argomenti di interesse e di nuovi linguaggi ambientali.
Pur avendo una estrazione fortemente tecnica, sono convinto che il tipo di macchina fotografica non è determinante per esprimere la nostra capacità, così come il tipo di computer non ha importanza per scrivere una mail.